Che questo non fosse un blog di cucina, lo si era capito da un pezzo.
Diciamo solo un pò, che è meglio.
Stasera sia aveva voglia di dolcezze, lassù nella casa in collina. Ha piovuto a nastro, si è tutto un pò stanchi e svogliati e hai voglia a vitamine, Supradyn, intrugli omeopatici e sniffate al rosmarino, qui ci vuole qualcosa di strong.
In realtà, questa ricetta ha due valenze. La prima è fare un dolcetto, la seconda è togliersi di torno due vasetti pieni a metà di seppur blasonatissima marmellata, che soggiornavano da tempo immemore nel secondo ripiano del mio frigorifero, quello di destra.
E' una torta fatta a muzzo, come si dice.
Nessuno me l'ha insegnata, ho usato quel che c'era, there is quel che 'l there is.
E c'era, anzi c'erano:
350 grammi di farina Biancaflor autolievitante, che mi risolve un sacco, perchè quando ho la farina non ho il lievito e quando ho il lievito non ho la farina e invece così, sto apposto.
Poi.
4 uova
150 grammi di zucchero, di quello fine
una bustina di Vanillina, che bel nome per una bambina, Vanillina.
La scorza di uno dei MIEI limoni, grattata con la meravigliosa grattugia che mi hanno regalato le mie amiche.
Ah, e uno scodellino di yogurt alla vaniglia che scade domani. Non che dobbiate aspettare che stia per scadere per fare la torta, ma insomma, aiuta.
Quando l'impasto è pronto ne metterete una metà nello stampo da voi scelto, distribuirete con classe cucchiaiate di marmellata random e poi coprirete tutta la questione con il resto dell'impasto.
Nel frattempo,avrete già scaldato il forno a 180 gradi dove terrete la vostra torta per circa una mezz'ora o giù di lì.
Prima di toglierla dallo stampo lasciatela raffreddare per benissimo, altrimenti si appiccica e addio effetto scenico.
L'unica cosa che non dovete fare nel frattempo è andare a svuotare la lavatrice.
Svuotando la lavatrice, la torta si brucicchia.
E' una legge di Murphy, lo sa il mondo intero.