26 gennaio 2011

Il break del sottobosco.

Oramai tutti sanno che uno dei piccoli irrinunciabili piaceri della vita è un caffè o un thè con le mie Amiche. Indistintamente, di presenza o quantunque col pensiero. Nel senso che se esiste un tale evento di persona,  nella mia città, in un bar del centro, con Amiche autoctone ed ivi residenti, esiste anche l'evento virtuale, in contemporanea, a reti unificate, per dir così. Lei in ufficio, io nella mia cucina, il rumore della Nespresso che  si sente al telefono, si parla di tutto quello che c'è da parlare e nel mentre si sorseggia con grazia, dall'apposita buffa scodellina, il caffè prescelto, sia esso Volluto o Roma, o l'edizione limitata alla mandorla. Questo succede , in un connubio telematico, telefonico e teleferico tra Torino e casa mia.
Per rendere tutto ciò più gradito, che si ha bisogno di gratificarsi ogni tanto, eccheccavolo, ecco che ho preparato dei dolcetti del Sottobosco, sempre liberamente tratti dalle ricette di Csaba, ma io non ho gli stampini fatti a rosa o meglio, non ancora, perchè li ho già adocchiati in una vetrina di via San Lorenzo e presto saranno miei. Una piccolissima pausa con una simile delizia fa bene all'anima, al cuore, allo spirito e al sentimento, e già che ci siamo pure all'ispirazione. Ma la prossima volta ne dovrò fare una doppia razione, sennò, Knitaly, ma come fa?
Ora, per avere i dolcetti del sottobosco si deve far così

125 grammi di burro

125 grammi di zucchero
2 uova
185 grammi di farina Biancaflor che lievita da sè medesima
180 cc di latte (che io invece ho dimenticato)
1 fialetta di aroma alla vaniglia

due cucchiai colmi di frutti di bosco, in realtà ci vorrebbero i lamponi freschi e già questo la dice lunghissima sulla mia approssimazione, ma devo dire che il risultato è eccellente e allora va bene uguale.

Ho sbattuto nel KA il burro e lo zucchero, ci ho setacciato piano la farina e ho continuato a sbattere,, ho aggiunto la vaniglia e i frutti di bosco per ultimi e senza più sbattere, però.
Po,i concentratissima ho riempito col composto i pirrottini di carta nello stampo dei muffins e ho infornato a 170 ° per una ventina di minuti a seconda del vostro forno, se lo conoscete se c'avete confidenza, se sapete che tipo è. I dolcetti non devono stracuocere, devono solo dorare un pò e rimanere morbidisssssimi. 
Da consumare in multipli di 2.
Se no, non vale.

23 gennaio 2011

Focaccine on demand.

E' stato un week end di grande cucina. Non tanto per la qualità o per aver preparato piatti sofisticatissimi. Invero ho preparato delle cose semplicissime, scopiazzate qua e là, ma cucinare mi ha fatto un gran bene e mi sa che dovrei farlo più spesso, se poi alla fine sto bene come sto. A parte i cupcakes di ieri, oggi m'è preso di fare delle focaccine, che avevo già fatto ieri l'altro, ma poi uno dei figlioli nemmeno era arrivato in tempo ad assaggiarle e perciò, come spesso succede per diversi piatti preparati nella cucina della Casa in Collina, occorre rifarle nel giro di pochi giorni, se non di poche ore proprio. Così si son rifatte, rovistando nella dispensa e trovando ancora della farina del Mulino Marino e mescolato alla Manitoba. Volutamente irregolari, non perfette, le focaccine, che ho copiato da Csaba, sono versatili, glamour e, manco a dirlo, buonissime. Sfamano figlioli pensierosi e indecifrabili, o arrivati in stato di semicongelamento dalla partita di calcio, o svenevoli fanciulle  innamorate dei Coldplay. Ottime da servire farcitissime con la qualsiasi, dal prosciutto al tacchino arrosto, anche se so di qualcuno che, amante degli stravizi, le ha sposate alla Nutella, e buone anche così, pescate con cura dal cestino, appena tiepide, morbidissime e invitanti. Facilissime, velocissime, meravigliose. Come tutte le cose non perfette.


Ecco cosa dovete avere per fare 18 focaccine.


600 grammi di farina, io ne ho messa metà di Manitoba e metà del Mulino Marino, farina 00, com'è ovvio.


300 grammi di acqua


1 cubetto di lievito, da sciogliere con grazia in una tazzina colorata.


sale


Lasciare  riposare l'impasto coperto con un panno ricamato, magari con scritto L'AMORE è CIOCCOLATO come il mio, per circa un'ora.


olio extravergine di oliva da spennellare prima di infornare a 235° per un quarto d'ora circa, che è l'operazione che mi piace di più fare, in assoluto