26 marzo 2007

Il bastone e la carota.

Làtito. Sì che lo so. Ma non è elegante descrivere meraviglie e magnificenze della mia Regia cucina, dando in pasto la ricetta delle uova sode o del passato di verdura That's Amore Findus. Così, taccio. Ma l'altro giorno, nel silenzio della mia magione, mi sono lasciata tentare da questo dolce semplice e senza troppi fronzoli, una torta di carote scopiazzata senza ritegno dal sito di Adrenalina. Certo, forse la sua è venuta più soffice, ma insomma, il risultato non era malvagio, ha accontentato tutti, soprattutto la Princineve, che tutta fiera se ne è portata un pezzettino a scuola per l'intervallo. Ah, signora mia, certo, avrò anche un sacco di cose da fare, sarà la voglia di fare troppe cose insieme, ma che devo fare, qualche volta è l'entusiasmo che ci tira fuori, non lo pensa anche lei? Così, tra questa immensità, la mia torta di carote ha avuto la sua piccola fetta di gloria. Bastone e carota sono una tecnica infallibile. Ma signora cara, se lo lasci dire, son ben meglio le carote.
Voilà, la ricetta.
5 uova
250 gr farina autolievitante
250 gr zucchero aromatizzato alla vaniglia*
250 gr carote
100 gr mandorle macinate finemente
80 gr olio di semi
80 gr gr di latte
mandorle e pinoli a lamelle

12 marzo 2007

Basta il pensiero.

Portava una torta in dono. Avrebbe dovuto essere una sofficissima torta, di quelle che si vedono solo nei film e in qualche blog. Dal forno, la torta le si mostrava bella, gonfia, invitante. Sorrise, nello sportello specchiato, dicendosi che sì, era davvero una torta magnifica e che i suoi amici l'avrebbero accolta con gridolini di giubilo e richiesta immediata di tripla razione della medesima. Ma ahimè, la tragedia era in agguato. Non appena uscì dal forno, la torta, miseramente, si sedette. Si sgonfiò. Si squacciò. A nulla valsero i tentativi di rianimarla in qualche modo (già, ma in che modo), a nulla valse il tentativo di decorazione con zucchero a velo. La torta all'arancia, deh, era una specie di focaccia schiacciata, un'orrendità bislunga (do you know bislunga?) che nulla aveva in comune con le fotografie della ricetta e dei veri blog di cucina. Ma signora mia, non son queste le tragedie, non son queste le disgrazie. E se la torta aveva un buon sapore, e gli amici hanno comunque gradito, che cosa importa se la torta aveva una forma inusuale. Persino il piatto vintage a dalie e camelie le viene perdonato. Perchè, come si dice, basta il pensiero. E quantunque col pensiero, ce ne fossero di torte così. E di amici, chevvelodicoaffare?
Cosa ci vuole per codesta scelleratezza:
180 gr di burro
125 gr di zucchero a velo
3 uova
180 gr di farina
30 gr di mandorle
mezza bustina di lievito
5 arance non trattate
125 gr di zucchero semolato
Si monta il burro con lo zucchero, ci si mette la farina le uova e a seguire tutti gli ingredienti. Sembra di una facilità esagerata. Di fatto lo è.
Ma allora, dove ho sbagliato?

07 marzo 2007

Carciofi, oh yes!

Ah, signora mia, sapesse quanto mi piacciono i carciofi! Solo che, a comprarli al mercato di solito faccio danni, perchè mi smaglio le calze con le spine che escono dalla busta, e si sa, anche se son casalinga voglio essere in ordine, le mani curate e la messimpiega fatta, magari un velo di rossetto, siamo donne o cosa siamo, e poi, parliamoci chiaro, cosa c'è di più volgare in una donna di una calza smagliata, fà subito disordine, non trova anche lei? Comunque, stasera, una bella torta di carciofi è quello che serve, con un bel contorno di finocchi crudi olio e limone, una cena leggera e via che si va. Vuole le dosi? E' ovvio che non le so. So solo il numero dei carciofi, che sono 6, e il numero delle uova che sono 4. E poi, una confezione di Ricotta, quella da 250 grammi e già che c'ero, mezzo Philadelphia che se ne stava rintanato, avulso e solingo, in un angolino del frigorifero. Massì, ci ho messo anche lui, per non farlo sentire solo. Una presa di sale e pepe (lo sa che li mischio, vero?), una bella spolverata di parmigiano e voilà, tutto dentro ad un bel rotolo di pasta sfoglia di quella pronta, che non avevo mica tempo di fare quella che ho imparato a scuola. E' sottinteso che prima di tutta queste cose, si debbano mondare i carciofi senza pungersi, tagliarli a spicchi e farli giocare un pochino con l'olio e uno spicchio d'aglio, giusto così, per insaporirli. La torta verdolina che adesso sta sulla mia tavola in attesa di essere sbranata dai figlioli e dal mio sposo, è mooooolto graziosa. Smaglieranno anche le calze, anneriranno le mani, ci si pungerà a mondarli, ma questi carciofi, che grande invenzione!

06 marzo 2007

L'ammutinamento del Bounty.


Va bene, il titolo è un pò altisonante, ma perchè non trattarsi bene, eccheccavolo, possiamo per una volta esagerare un pochino? Il Bounty, poi, e lo dico per quei 4 o 5 avulsi che non lo sanno, è quanto di più scelleratamente e esoticamente buono che si possa mai reperire negli scaffali del super. Cocco, signora mia, cocco fresco, non proprio quello che vende il tipo in calzoncini sulle spiagge, ma quasi. Altra precisazione. Questa ricetta non è mia. E' un regalo. Cito la fonte perchè si sa, ho amiche molto suscettibili, ed è meglio non cercarsi grane. Essendo poi autorevolissima fonte, come potrei esimermi. Il Domestic Bounty, come spesso succede, batte 7 a 0 quello industriale. Scioglievolissimo e straordinario, da occultare assolutamente se si è in regime di dieta ipocalorico, e/o iperproteica, e/o da fame-fame, quella che ti fa sentire le voci. Ecco la ricetta, arrivata fresca fresca con la posta di stamattina, mannò, signora mia, non con Ettore il postino, ma tutto le devo insegnare?
Per 30 pezzi di Bounty:
85 g zucchero
50 g burro
200 ml panna liquida
200 g farina di noce di cocco
300 g cioccolato (fondente, al latte o bianco)
Al Palazzotto, si fa così:
"Sciolgo in una casseruola lo zucchero, il burro e la panna e lascio bollire 5' o fino a che lo zucchero si è completamente sciolto. Tolgo dal fuoco e unisco la farina di cocco. Stendo il composto su un foglio di carta da forno ad un'altezza di ca. 1,5 / 2 cm (lato lungo ca 18 cm) e dò una forma rettangolare. Pongo in frigo e lascio almeno un'ora. Sciolgo il cioccolato a bagnomaria.
Tolgo dal frigo il composto di cocco almeno 30' prima di immergerlo nel cioccolato, altrimenti il cioccolato non rimane "attaccato" al cocco. Taglio il cocco a quadrati (3 cm lato) o bastoncini rettangolari regolarizzando la forma con una spatola (ehm...io non l'ho regolarizzata granchè...). Li immergo nel cioccolato e pongo in frigo fino a completo rassodamento."
C'è altro da aggiungere? Sembra di no. E comunque, diciamolo pure, tanto serpi queste amiche non sono! Grazie, Luisa.